L’investimento nel settore alberghiero avanza nella proprietà immobiliare

L'investimento nel settore alberghiero avanza nella proprietà immobiliare

L’investimento nel settore alberghiero avanza nella proprietà immobiliare

L’estate non avrebbe potuto fare di meglio per l’investimento alberghiero nel settore immobiliare. Il recupero del turismo, che ha segnato cifre record con 88 milioni di visitatori, sta avendo un riflesso positivo nei risultati di questo mercato, come attestano le analisi.

L’ultimo rapporto pubblicato da CBRE indica che questo settore ha guidato gli investimenti immobiliari nei primi nove mesi dell’anno, con un volume di 2.200 milioni di euro, concentrando il 30% del totale delle transazioni in Spagna.

Sebbene i dati riflettano una diminuzione del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, CBRE sottolinea che dimostrano che l’investitore rimane attivo e continua a puntare sul settore. Una posizione che assume maggiore rilevanza, se si considera il contesto economico attuale, così come le prestazioni inferiori di altre tipologie di attività.

Durante il periodo analizzato, sono state contate un totale di 86 operazioni. Queste includono 11.169 camere, rispetto agli 120 hotel e alle 12.427 camere dell’anno precedente. Gli hotel di categoria superiore sono gli stabilimenti che attirano maggiormente gli investimenti. Quindi, il 51% del totale corrisponde a strutture a quattro stelle e il 32% a immobili di lusso.

Per quanto riguarda la tipologia di attività, la consulenza indica che il segmento urbano è quello che suscita maggiore interesse tra gli investitori. Questo segmento rappresenta il 53% del capitale investito, mentre il 47% rimanente corrisponde a quello vacanziero. Barcellona e Madrid si posizionano come le principali località, concentrando rispettivamente il 23% e il 22,6%. Seguono due destinazioni vacanziere: le Isole Baleari (19%) e Málaga (13%).

Al contrario, i rendimenti prime inclinano la bilancia verso il lato vacanziero e, più precisamente, verso le isole. Nel terzo trimestre dell’anno si sono attestati al 5% a Madrid e Barcellona, mentre nelle isole hanno raggiunto il 6%. In entrambi i casi, si riflette una tendenza al rialzo in linea con le principali capitali europee.

Investimenti provenienti dai paesi arabi

I fondi sovrani sono dietro molte delle grandi operazioni realizzate negli ultimi mesi. Singapore GIC ha acquisito il 35% di HIP (Hotel Investment Partners), che conta su un portafoglio di 59 attività e la cui valutazione potrebbe aggirarsi intorno ai 1.400 milioni di euro, secondo quanto pubblicato in alcuni media come il Financial Times.

Allo stesso modo, è stata effettuata l’acquisizione da parte di Abu Dhabi Investment Authority (Adia) di 17 hotel dal fondo Equity Inmuebles. Una transazione per un importo che supera i 600 milioni di euro e che include posti letto di catene come Meliá, Tryp e Sol, insieme all’hotel ME Madrid Reina Victoria.

Proprio l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi hanno un peso significativo negli investimenti alberghieri nel nostro paese. Il rapporto The Hotel Property Telescope elaborato da EY calcola che la metà del capitale transato nei primi sei mesi dell’anno provenisse da questi paesi. Allo stesso tempo, il mercato nazionale occupa le prime posizioni nel continente europeo, acaparando il 30% del volume totale.

Previsioni di crescita per il 2024

CBRE quantifica l’offerta alberghiera attuale in 1.595 mila posti distribuiti in 14.784 strutture. Le Isole Baleari e Madrid guidano la classifica delle aperture, concentrando rispettivamente il 22% e il 17% delle nuove incorporazioni.

Inoltre, vengono anticipate previsioni di crescita fino al 2024, con l’imminente apertura di 275 hotel, corrispondenti a 30.000 nuove camere. Anche in questo caso, gli asset premium acaparano parte del protagonismo, poiché il 23% di questi posti corrisponde a hotel a 5 stelle e a 5 stelle gran lusso. Cushman & Wakefield (C&W) stima che il bilancio congiunto del 2023 e del 2024 porterà a un investimento di 6.000 milioni di euro, distribuiti in modo equo tra i due esercizi. Questa cifra si collocherebbe a livelli simili a quelli del 2022, sfidando la tendenza al ribasso del mercato globale.

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