È il rischio associato all’avere una parte rilevante dell’investimento o del portafoglio concentrata in un singolo attivo, settore o area geografica. Il rischio di concentrazione si verifica quando un investitore destina una quota significativa del proprio capitale a un unico elemento all’interno del portafoglio, aumentando così l’esposizione a fattori che potrebbero influenzare negativamente quell’attivo o ambito specifico.
Ad esempio, se un investitore investe la maggior parte del proprio capitale in un solo settore, come quello immobiliare o tecnologico, qualsiasi evento avverso che colpisca quel settore (come una crisi economica, cambiamenti normativi o innovazioni tecnologiche) può avere un impatto sproporzionato sul portafoglio. Allo stesso modo, la concentrazione in un’unica area geografica espone l’investitore a rischi legati a fattori locali, come instabilità politica o disastri naturali.
Il rischio di concentrazione è uno dei principali rischi associati alla mancanza di diversificazione in un portafoglio di investimenti. Un’elevata concentrazione in un singolo attivo, settore o area geografica può comportare perdite significative se quell’attivo o area dovesse affrontare difficoltà, mentre una distribuzione più ampia e diversificata può contribuire a mitigare questo rischio.
È importante che gli investitori comprendano che, sebbene la concentrazione in un singolo attivo o settore possa offrire rendimenti elevati in determinate circostanze, essa aumenta anche la vulnerabilità ai rischi specifici associati a quell’attivo o settore. Per questo motivo, la diversificazione è considerata una strategia fondamentale per ridurre il rischio di concentrazione e distribuire il rischio in modo più equilibrato tra diverse classi di attivi, settori e aree geografiche.
Gli investitori dovrebbero valutare i propri obiettivi finanziari, la tolleranza al rischio e l’orizzonte temporale per determinare il livello appropriato di concentrazione o diversificazione all’interno del proprio portafoglio.